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Fonteno

Appunti per il visitatore

Chi sale a Fonteno, l’abitato più elevato della Collina, non può fare altro che ammutolire ammirato o esplodere in esclamazioni di fronte al panorama sublime che si gode da lassù. L’isolamento e la ripidità dei pendii, a cui le case moderne si aggrappano decise, sono forse il piccolo prezzo da pagare per certi scorci di lago di una bellezza tutta particolare, che solo da Fonteno si possono percepire ed apprezzare appieno, sia che il Sebino sia illuminato dalla calda luce del giorno o da quelle artificiali della sera.

Le prime testimonianze scritte dell’esistenza di questo piccolo borgo si hanno in documenti del XIV secolo. La sua storicità ci viene raccontata dalle murature in pietra delle vecchie case, dai porticati e dalle strette viuzze che costituiscono il cuore antico di questa località. Frequenti anche le fontane come quella del Corén, da cui il paese trae la sua stessa denominazione; negli atti notarili proprio questa è ricordata come la zona attorno a cui si sviluppò il primo nucleo di abitazioni.

Al centro di Fonteno, affacciata su piazza Ongaro, si erge la chiesa parrocchiale dei Santi Faustino e Giovita; l’edificio attuale, in stile neogotico, risale agli anni ’80 dell’800 e sorge sul luogo di una precedente cappella, già esistente nel 1400. Pregevole è anche il cinquecentesco oratorio di San Rocco, fondato, secondo la tradizione, come ex voto per ottenere protezione contro le epidemie.

Molto caratteristico, con la sua struttura in blocchi di pietra a vista, è poi l’oratorio dedicato a San Carlo, nella piccola frazione di Xino. Al suo interno opere dal sapore più antico, come il settecentesco altare in marmi policromi, si mescolano ad altre di gusto contemporaneo, quali le sculture di Alberto Meli, a dimostrazione di una devozione che prosegue nel tempo senza soluzione di continuità.

I colli che circondano l’abitato si elevano fino a quote di poco superiori ai mille metri; con i loro boschi e i prati che si distendono tra di essi offrono uno spettacolo naturale di semplice bellezza. Su di essi, raggiungibili attraverso sentieri e mulattiere, sono sparse numerosissime cascine, più di 350, alcune delle quali ristrutturate in anni recenti. Esse costituiscono un documento concreto dell’antica vocazione contadina e pastorale di queste contrade.

I tesori di questo centro non sono solo sopra il verde dei colli ma anche celati nel sottosuolo; il suo patrimonio si è arricchito di un bene prezioso: l’acqua. E’ di pochi anni fa, infatti, la scoperta dell’Abisso Bueno Fonteno, un vasto ed esteso complesso di grotte, gallerie e corsi d’acqua sotterranei, attualmente in corso di esplorazione e di studio dagli speleologi e speleosub del gruppo Progetto Sebino.

Nel passato recente Fonteno è anche stato il teatro di eroici e allo stesso tempo drammatici avvenimenti, come la celebre “battaglia” del 1944, durante la quale, con un’abile strategia, i partigiani della 53° brigata Garibaldi ebbero la meglio sulle SS del maggiore Langer, che avevano attaccato il paese.

L’episodio dimostra tutta la tenacità degli abitanti e l’attaccamento alla loro terra, ancora oggi riscontrabile nella sempre forte partecipazione alle diverse attività ed eventi.

testi a cura di D.ssa Mariangela Piziali


Bellezze Naturali: Abisso Bueno Fonteno

Era il 2005 quando il gruppo speleologico Valle Imagna Cai-Ssi individua una vasta zona carsica che si estende dal lago d’Endine al lago d’Iseo.

Un anno dopo gli speleologi del “Progetto Sebino” si accorgono che nella valle di Fonteno da una fessura della roccia esce dell’aria particolarmente fredda. Subito gli speleologi comprendono che qualcosa lì sotto è nascosto ma ancora non si rendono conto della meravigliosa sorpresa che li attenderà da lì a poco. 

A capo del progetto Max Pozzo che coordina le operazioni che condurranno alla scoperta di quella che si rivelerà essere la grotta più estesa della bergamasca e tra le prime venti d’Italia per lunghezza.  A partire da Maggio 2006, in pochi mesi gli speleologi riescono ad avanzare per 8 km. È durante questo periodo che viene scoperto quello che verrà poi denominato “Sifone Smeraldo” e che conduce a un dislivello di – 451 mt. Durante l’esplorazione vengono scoperti saloni di dimensioni imponenti che arrivano addirittura a superare i 100 mt., un tratto fossile e il resto percorso da vari corsi d’acqua. L’esplorazione si rivela tutt’altro che facile perché lungo il percorso gli esploratori hanno trovato lunghi canyon con pareti verticali che hanno costretto l’uso delle corde. 

All’inizio del 2007 il progetto ottiene il patrocinio dall’Ente Regionale Speleologico Lombardo. Le esplorazioni continuano per gli anni successivi durante i quali vengono aperte nuove vie, scoperti nuovi percorsi e viene anche messa in sicurezza la zona per impedire che bambini o adulti poco esperti possano rischiare di farsi male. 

L’ultima scoperta nell’Agosto 2011 quando finalmente i sommozzatori riescono a mappare, segnare e verificare nuove grotte così’ che ad oggi l’ “Abisso Bueno Fonteno” supera nella sua totalità i 19 Km di sviluppo.

Ancora molto c’è da scoprire e, mentre le esplorazioni continuano ancora oggi, per tutti coloro che vogliono tenersi aggiornati è possibile consultare i siti sotto elencati.

Nel Il filmato in DVD con il reportage di tutte le scoperte è disponibile su richiesta presso il Comune di Fonteno. 


Itinerari Storico Culturali

Parrocchiale dei Santi Faustino e Giovita
La costruzione di questa chiesa venne ultimata nel 1579; anche se l’attuale edificio in stile gotico-lombardo risale al 1881-1883. L’attuale campanile è stato edificato nel 1827 prendendo il posto di quello settecentesco. All’interno meritano menzione la pala dei Santi Faustino e Giovita, l’altare maggiore in marmi policromi con porticina e paliotto attribuiti ai Fantoni di Rovetta; la tela della “resurrezione” di P. Servalli, oltre all’organo datato al 1885.

Oratorio di San Carlo
La chiesetta, che si trova nella frazione di Xino, risale al 1620. Sul campanile è incisa la data 1702. All’interno è possibile ammirare un altare settecentesco in marmi policromi; la tela principale raffigurante la Madonna con San Carlo è attribuita al Carpinoni; la statua di San Carlo e la Via Crucis sono opere del Meli.

Oratorio del Santello
La presenza di questa piccola chiesa che si trova su un’antica mulattiera era già attestata nel 1827. All’interno si trova un affresco raffigurante la Pietà e i Santi Antonio Abate, Mauro, Agostino, Monica e la Madonna Addolorata. Questo edifici subì ampliamenti negli anni Venti del Novecento

Oratorio si San Rocco
La chiesetta risale alla fine del XVI secolo, mentre il campanile che la sovrasta è molto più recente, fu costruito, infatti, nel 1915.

Le 365 cascine di Fonteno.
Dal punto di vista delle rilevanze architettoniche, l’ambito territoriale in esame è caratterizzato dalla presenza di innumerevoli testimonianze del passato, proprie di una cultura contadina che si sviluppò nel corso dei secoli ed attorno alle quali si svolsero avvenimenti bellici legati alla Resistenza.

La parte alta della Valle di Fonteno sopra gli 800 metri è costellata da numerosi edifici rurali di rilevante pregio ambientale.
Ben 365 cascine, una per ogni giorno dell’anno, identificabili dalla toponomastica rimasta inalterata per secoli.

Accanto ad ogni edificio, in pietra locale con caratteristici portali ad inferiate alle finestre, é presente anche una cisterna rotonda o rettangolare con involto in pietra per consentire la raccolta dell’acqua piovana.

Gli edifici sono tipicamente costituiti da stalla e soprastante fienile con casina contigua per abitazione del contadino e famigliari. Sono inoltre presenti alcuni ruderi di un castello con forti mura di base e una torre a base quadrata con grossi conci.